Estratto dai dibattiti del TAG24 (Traditional Architecture Group): il nostro "rappresentante" difende il punto di vista "conservativo" nel panel a tema tecnologia e IA.
Questi i punti salienti espliciti e impliciti: primato dell'umanesimo sulla tecnica, funzione sociale del lavoro, politica dei salari, controllo democratico dei mezzi di produzione -anche tecnologica- con al centro i diritti dell'individuo e le esigenze della società.
Purtroppo è stato più una conferenza che un dibattito in quanto il difensore dell'antitesi (il primato della AI) non ha partecipato con la motivazione che "siamo fascisti".
Questi i punti salienti espliciti e impliciti: primato dell'umanesimo sulla tecnica, funzione sociale del lavoro, politica dei salari, controllo democratico dei mezzi di produzione -anche tecnologica- con al centro i diritti dell'individuo e le esigenze della società.
Purtroppo è stato più una conferenza che un dibattito in quanto il difensore dell'antitesi (il primato della AI) non ha partecipato con la motivazione che "siamo fascisti".
Buonasera e grazie per avermi dato l'occasione di intervenire a questo grande evento annuale.
Saluto gli amici di Intbau, Classic Planning Institute, e della Scuola Estiva di Utrecht. Vedo anche delle facce familiari tra il pubblico e i moderatori.
Come già sapete se avete seguito il panel dell'anno scorso sulla AI, sono molto scettico sulla sua reale utilità nel nostro settore ma soprattutto riguardo agli effetti collaterali non strettamente legati all'architettura ma anche alla società e politica.
Quello che secondo me è importante in tutto questo, al di là di tutte le considerazioni tecniche e professionali, è un principio politico e filosofico: conservare la natura umana.
In pochi anni esprimere un'arte e un pensiero propri diveranno atti insoliti e sovversivi, mentre la AI condurrà la nostra vita come un pilota automatico, atrofizzando le caratteristiche che ci rendono unici e contemporaneamente uniformandoci al codice, al matrix. Infine l'essere umano diverrà una macchina, e quindi uno schiavo.
Questo è l'aspetto importante di fondo della mia riflessione perché introduce al primo concetto: la AI è sviluppata per ridurre i costi e aumentare l'efficienza ma, così facendo, distrugge l'umano che è inefficiente per definizione.
In pochi anni esprimere un'arte e un pensiero propri diveranno atti insoliti e sovversivi, mentre la AI condurrà la nostra vita come un pilota automatico, atrofizzando le caratteristiche che ci rendono unici e contemporaneamente uniformandoci al codice, al matrix. Infine l'essere umano diverrà una macchina, e quindi uno schiavo.
Questo è l'aspetto importante di fondo della mia riflessione perché introduce al primo concetto: la AI è sviluppata per ridurre i costi e aumentare l'efficienza ma, così facendo, distrugge l'umano che è inefficiente per definizione.
Tuttavia dal punto di vista professionale, ho notato come lo sviluppo di strumenti tecnici analitici QUANTITATIVI per progettare possa essere utile, per esempio per analizzare la circolazione in un edificio o eseguire simulazioni climatiche o strutturali.
Anche l'aspetto stilistico o compositivo può essere aiutato da simulazioni pseudo-realistiche ma, sottolineo, solamente a livello "onirico", impressionistico, concettuale, per aiutare la visualizzazione o il perfezionamento di una immaginazione umana che governa il lavoro dell'algoritmo dandogli delle direttive PRECISE, non dipendendo dal suo output.
L'aspetto tecnico è complesso perché un sistema robotico di costruzione o decorazione potrebbe a prima vista consentire una democratizzazione dell'architettura tradizionale, rendendola più accessibile. A prezzo però di violare il principio stabilito inizialmente perché la figura dell'artigiano e dell'architetto verrebbero cancellate e sostituite da quella della scimmia che schiaccia i tasti.
Anche l'aspetto stilistico o compositivo può essere aiutato da simulazioni pseudo-realistiche ma, sottolineo, solamente a livello "onirico", impressionistico, concettuale, per aiutare la visualizzazione o il perfezionamento di una immaginazione umana che governa il lavoro dell'algoritmo dandogli delle direttive PRECISE, non dipendendo dal suo output.
L'aspetto tecnico è complesso perché un sistema robotico di costruzione o decorazione potrebbe a prima vista consentire una democratizzazione dell'architettura tradizionale, rendendola più accessibile. A prezzo però di violare il principio stabilito inizialmente perché la figura dell'artigiano e dell'architetto verrebbero cancellate e sostituite da quella della scimmia che schiaccia i tasti.
La mia opinione è quindi di scartare A PRIORI gli output QUALITATIVI della AI e governare con consapevolezza quelli QUANTITATIVI. È fondamentale la precisa volontà di stabilire il primato della mente e della mano umana a monte del processo tecnologico. Come sappiamo noi Tradizionali, un modo per farlo è saper usare in pratica la mente e la mano in modo tradizionale (che è l' aspetto pedagogico del fare).
C'è anche un aspetto economico perché, invece della AI che è di fatto deflattiva, dovremmo implementare una politica macroeconomica che aumenti la quota salari, quindi il potere di acquisto dei cittadini. Ciò significa che la gente può permettersi un bel progetto eseguito da un buon artigiano, ma riserviamo questo argomento per un'altra occasione.
Diciamo solo che nel venturo mondo multipolare ci sono nazioni enormi che hanno capito questa politica e prospereranno. Ciò avrà anche conseguenze nell'architettura tradizionale. Era il mio argomento originale finché non ho scoperto che ero stato assegnato di nuovo a un panel di IA, ma comunque, stiamo improvvisando.
Tutto questo serve non solo a conservare l'essere umano, ma ad evitare il rischio che l'architettura tradizionale, la ricerca dell'armonia e della vera sostenibilità, diventino appannaggio di una élite che se la può permettere. Non dobbiamo dimenticare la funzione sociale di noi architetti e artigiani che è la missione di aiutare anche i meno abbienti ad avvicinarsi ai valori che erano un tempo di tutti.
Diciamo solo che nel venturo mondo multipolare ci sono nazioni enormi che hanno capito questa politica e prospereranno. Ciò avrà anche conseguenze nell'architettura tradizionale. Era il mio argomento originale finché non ho scoperto che ero stato assegnato di nuovo a un panel di IA, ma comunque, stiamo improvvisando.
Tutto questo serve non solo a conservare l'essere umano, ma ad evitare il rischio che l'architettura tradizionale, la ricerca dell'armonia e della vera sostenibilità, diventino appannaggio di una élite che se la può permettere. Non dobbiamo dimenticare la funzione sociale di noi architetti e artigiani che è la missione di aiutare anche i meno abbienti ad avvicinarsi ai valori che erano un tempo di tutti.
Allora noi cosa possiamo fare? E concludo.
Siamo come i tizzoni che ardono sotto la cenere fino al mattino. Il nostro compito è preservare la conoscenza e la cultura, allevando nuove generazioni di architetti, artigiani e artisti tradizionali "creando monasteri", come dice il nostro vicepresidente della Tavola Rotonda Noé Morin.
Siamo come i tizzoni che ardono sotto la cenere fino al mattino. Il nostro compito è preservare la conoscenza e la cultura, allevando nuove generazioni di architetti, artigiani e artisti tradizionali "creando monasteri", come dice il nostro vicepresidente della Tavola Rotonda Noé Morin.
In questo senso sono molto favorevole a un cambio di paradigma formativo che unisca la figura dell'artigiano a quella dell'architetto. L'architetto-artigiano deve essere la nostra risposta democratica al declino economico e culturale dell'Europa e dell'Occidente in generale, sia dal punto di vista culturale che da quello del business perché si tratterebbe di una figura professionalmente più capace.
Per questo -e faccio un po' di pubblicità- ricordate di documentarvi sulla nostra Scuola Estiva di Architettura Tradizionale a Bruges e, da quest'anno, anche in Alsazia in Francia. Noi continuiamo a lavorare e a costruire in questa direzione.
Grazie per l'attenzione.
Grazie per l'attenzione.
Vi lasciamo una galleria con dei fotomontaggi del celebre fotografo di architettura belga Filip Dujardin. Riflettiamo sul fatto che risalgono a prima dell'introduzione della AI (e quindi il lavoro del fotografo in questo caso non sarebbe più "competitivo") perché un simile effetto sarebbe ottenibile in pochi minuti senza sforzo.
Posted: 29/09/2024 12:13 — Author(s): Polemicarc
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