Guerra dei demolitori
Una marea iconoclasta allaga l'Europa sull'onda delle proteste razziali partite dagli Stati Uniti. Cosa sta succedendo ai nostri monumenti? Dove possiamo cercare lumi? Il terreno di scontro è la stessa identità del mondo Occidentale.
Parte II
 
 
Questo è un allarme rivolto alle coscienze di tutti.

Le proteste razziali di importazione statunitense che stanno devastando l'Europa purtroppo vanno ben oltre la legittima istanza.di un eventuale 'aggiornamento' delle descrizioni e placche di statue e monumenti, al fine di aumentarne la funzione didascalica.
Inaccettabile è il metodo: deliberatamente fuori da ogni processo democratico, una fazione attacca, vandalizza e abbatte numerosi monumenti, ne pretende (e ottiene) la rimozione con la violenza di piazza arrogandosi diritti pubblici inerenti i beni culturali dell'Occidente tutto.
Essi si giustificano. Essi elaborano teorie. Bofonchiano di «monumenti razzisti», di legittimità e naturalità dell'iconoclastia, di ineluttabile ciclicità della distruzione. Si riempiono la bocca, i tromboni, di parole come libertà, uguaglianza e democrazia, nella «ricerca di nuove figure da celebrare», combattendo ilRassismo™ ilPatriarcato™ iBianchi™ ecc.
Monumento (dal Latino monumentum) implica innanzitutto 'monito', 'ricordo'. Uno spunto alla riflessione. Spunto, perché esso, ovviamente, non può convogliare tutte le informazioni possibili e immaginabili sulla propria storia.
Selezionare come hanno fatto (in malafede) il passato schiavista di questo o quel personaggio per avviare una operazione fascista di repulisti, revisionismo, militarizzazione e politicizzazione dell'approccio ai Beni Culturali, introducendovi tra l'altro istanze etno-razziali -ecco- è inaccettabile. Irricevibile.
 
 
 

«Rimuovere le statue  fa comodo ai colonizzatori, non ai colonizzati»

 

 
 
joseph noel sylvestre sacco di roma
 
Come ha detto Uno con il dono della sintesi, «Rimuovere le statue [per cominciare, s'intende, n.d.r.] fa comodo ai colonizzatori, non ai colonizzati».
I Black Block di antica tradizione, dopo anni e anni passati a infiltrarsi per conto terzi nei cortei della Sinistra per sabotarla, sono stati ribrandizzati in Antifa -per i bianchi- e Black Lives Matter, per i neri. E ora si tenta di iniettare lo scontro razziale tipico degli Stati Uniti in Europa (saranno i famosi Stati Uniti d'Europa di cui taluni parlano?), infettando strumentalmente il terreno dei Beni Culturali.

L'obiettivo non dichiarato, lo dico senza mezzi termini, è l'abbattimento della Cultura Occidentale. Se -e dico se- l'obiettivo fosse stato diverso, questo ehm..."movimento" avrebbe preso un percorso democratico teso ad aggiungere valore didascalico al Patrimonio, non a cancellarlo nel tentativo di risolvere un puerile complesso edipico di massa.
Da notare che gli argomenti, i comportamenti, insomma l'agenda, sono i medesimi ovunque. Quindi è lecito supporre che non sia come dicono loro, che «i monumenti razzisti mettono a disagio le persone», ma sia in atto una vera e propria caccia al simbolo, una campagna inquisitoria del politicamente corretto. Quanto manca ai roghi di libri e alle irruzioni nelle biblioteche e nelle case private?
 
Da tempo la demolizione dell'insegnameno della Storia dell'Arte è in atto, e l'ignoranza è terreno fertile per questa ideologia iconoclasta e inquisitrice, grazie al moto retrogrado dall'omologazione verso il basso tipica della spazzatura globale –com'è la banalizzazione del Patrimonio storico, e la razzializzazione costante dell'American Dream.
 
Piccolo ragionamento: il Monumento serve ad ammonire e riflettere, ma c'è qualcuno che non tollera l'ammonimento. Quindi, nella sua infantile e petulante immaturità, lo mutila e ne ottiene la rimozione (perché il mondo deve girare attorno a lui e quelli come lui). Dunque, rimuovendo l'ammonimento ha rimosso lo sdegno.
Ma per sdegnarsi del Monumento, significa che esso stava compiendo il suo lavoro, dimostrando per esclusione che il problema non risiede nel Monumento in sé ma in certe teste di...legno: incapaci di sostenere il disagio delle contraddizioni della Storia ed elaborarlo in coscienza storica e artistica, essi proiettano la loro frustrazione nel banale atto violento della distruzione, apoteosi catartica di una subconscia percezione di inadeguatezza di sé stessi.

Avevo già scritto qualche riga sul significato politico dell'Architettura e di come esso sia sovrapposto all'oggetto fisico come una sovrastruttura, di come esso cambi e di come l'oggetto in questione –se trattato adeguatamente– attraversi tutte queste fasi di interpretazione mantenendo, variegando o ampliando il proprio messaggio culturale.  .
 
Pertanto è necessario diffondere il più possibile la Sensibilità verso il Bello, assieme alla Forza di sostenere la propria Storia, con senso critico e orgoglio, ma senza vergogna.
 
Ho sistemato una bella videoteca di vari vandalismi presenti e passati (che avevo salvato offline, subodorandone una futura utilità), per mostrare che nonostante Costoro si ammantino di nobili e intoccabili ragioni, non sono altro che un ISIS qualsiasi.
Dopodiché vi giustappongo degli estratti da due capolavori e pietre miliari nella disciplina del Restauro e Conservazione dei Beni Culturali: Guerra ai Demolitori!, di Victor Hugo, e Le Sette Lampade dell'Architettura, di John Ruskin.
Vedrete come già 150 anni fa le pretese di questi novelli vandali di Alarico venissero affrontate e risolte dalla nascente sensibilità attorno i Beni Culturali, che è ciò che dobbiamo recuperare. E noterete di certo analogie tra molti comportamenti e argomentazioni odierne e quelli descritti da Hugo. Niente di nuovo sotto il sole.
Il terreno è fatale, per dirla alla Sun-Tzu, perché quivi si giocano le identità dei popoli. Contrapporre l'Umanesimo alla barbarie, la parola è questa.
Diamo un po' un occhiata nel vaso di Pandora
 
 

Correva l'anno 2017...

Statua di Colombo vandalizzata - USA
 
 
Statua a soldati Confederati abbattuta - USA
 
 

A.D. 2020 La Calata dei Vandali:

vandali di alarico incisione
Abbattuta statua di E. Colston, aristocratico filantropo e schiavista - UK
 
 
 
La statua di E.Colston viene gettata nel fiume Avon - UK
 
 
vandaliverhofstadt
(Commentino di Verhofstadt ai fatti, per gradire)
 
 
Statua di Leopold II rimossa dopo sfregio - BE
 
 
 
Ancora una statua di Colombo abbattuta - USA
 
palazzocivicotorinovandali
Sfregio a statua di V.E.II al Palazzo Civico di Torino - IT
 
 
firenzesantamarianovellavandalismo
Edicola sacra vandalizzata nei pressi di S.M. Novella a Firenze - IT
 
«Churchill il razzista» - UK
E così via. Ce n'è di tutti i colori! Vabbè, sdrammatizziamo: in attesa di una statua di Greta realizzata in CO2 compattata, potremmo provare con una di Ronald MacDonald (famoso per aver nutrito i giovani ambientalisti ai Fridays For Future) che ne dite? E tutta questa avversione per Colombo? Sarà forse il sigaro puzzone...? Ma anche gli omini gonfiabili non sono male, nevvero?

Ora, tra queste tre proposte ce n'è una serissima: non sto scherzando, è una proposta vera dei nostri amici picconatori come nemmeno KoSSiga. Quale sarà?
 
«I monumenti riflettano la nostra cultura!»
statue ronald mac donald
«Colombo era un genocida schiavista!!1!»
colombo
«Potemo usà questi finché 'un trovamo un Nuovo Eroe, cheddisce?»
air dancers
 
 
 
E questo era solo un assaggio di quello che sta avvenendo ovunque in Occidente! La Finestra di Overton è aperta. La sveglia sta suonando: siete traumatizzati per bene? Vi siete lasciati alle spalle l'indifferenza e l'ignavia? Ottimo inizio sulla via della consapevolezza.
L'enormità e sicura persistenza di questo nuovo terreno di scontro –tecnicamente imposto dall'agenda globale– ci costringeranno a tornare spesso sull'argomento e quindi, data la vastità e in un certo senso pesantezza del tema, accompagnamo ogni volta alla descrizione del problema un pezzetto di soluzione. Che ristora l'anima, ed arriva ora.

Respiro profondo, e lasciamo ora spazio ai Maestri (grassetti miei).
 

da Victor Hugo «Guerra ai Demolitori!»

[IT] - [FR]
 
 
 
[...] È  giunto  il  momento  in  cui  non  è  più  permesso  a  nessuno  di  mantenere  il silenzio. [...]
 
[...] Ogni  giorno  qualche  vecchio  ricordo della Francia se ne va assieme alla pietra su cui era stato scritto. Ogni giorno noi strappiamo  qualche  lettera  del  venerabile  libro  della  tradizione.  E  ben  presto, quando  la  rovina  di  tutte  queste  rovine sarà  completata,  non  ci  resterà  che scrivere assieme a quel troiano che almeno salvava i suoi Dèi:Fuit Ilium, et ingens gloria!
[...]
Si legga dunque questa lettera, e si pensi, leggendola, che il fatto che essa attesta non è isolato, ma uno dei mille episodi del grande fatto generale, la demolizione  progressiva  ed  incessante  di  tutti  i  monumenti  della  vecchia Francia.

Charleville, 14 Febbraio 1832—

[...] Le riflessioni abbondano e si fanno urgenti davanti a fatti come questi. Innanzi tutto, non è forse questa un’eccellente commedia? Vi immaginate quei dieci o undici consiglieri Municipali [...]. Eccoli che mettono insieme tutte le grandi parole che conoscono, [...] Piovono le buone ragioni. Uno ha argomentato sulle feudalità, e lì rimane; l’altro allega la decima; l’altro, la corvè; l’altro, i servi che battevano l’acqua dei fossati per far zittire le rane; un quinto, lo jus primae noctis; un sesto, gli eterni preti e gli eterni nobili; un altro, gli orrori della Saint-Barthélemy; un altro, che è probabilmente un avvocato, i gesuiti; poi qua e là, poi ancora qua e là; e tutto è detto, la Torre di Louis d’Outremer è condannata.
Vi immaginate in mezzo a questo grottesco sinedrio la situazione di quel pover’uomo, rappresentante unico della scienza, dell’arte, del gusto, della storia? Notate l’atteggiamento umile e oppresso di questo reietto? Lo sentite azzardare qualche timida parola in difesa del venerabile monumento? E vedete l’uragano scatenarsi contro di lui? Ecco che si piega sotto le invettive. Ecco che lo si chiama da ogni parte carlista, e probabilmente, carlisse. Che rispondereste? È finita. La cosa è fatta. La demolizione del “monumento dell’età delle barbarie” è definitivamente votata con entusiasmo, e sentite gli urrà dei bravi consiglieri Municipali di Laon, che hanno preso d’assalto la Torre di Louis d’Outremer![...]

[...]A Parigi, il vandalismo fiorisce e prospera sotto i nostri occhi. Il vandalismo è architetto. Il vandalismo si installa e si mette comodo. Il vandalismo è festeggiato, applaudito, incoraggiato, ammirato, carezzato, protetto, consultato, sovvenzionato, rimborsato, neutralizzato. Il vandalismo è impresario di lavori per conto del governo. Si è installato sornionamente nel bilancio, e lo mangia a piccoli morsi, come il topo col suo formaggio. E certo, si guadagna davvero il suo denaro. Tutti i giorni demolisce qualcosa del poco che ci resta di quella mirabile vecchia Parigi.[...]

[...] Il vandalismo ha i suoi giornali, le sue consorterie, le sue scuole, le sue cattedre, il suo pubblico, le sue ragioni. Il vandalismo ha i borghesi dalla sua. È ben pasciuto, ben mantenuto, gonfio d’orgoglio, quasi scienziato, [...]Si atteggia a mecenate. Protegge i giovani talenti. È professore. Indice concorsi di architettura. [...] Lo avete incontrato di sicuro.

[...]Una chiesa è fanatismo; un torrione è feudalesimo. Si denuncia un monumento, si massacra un pezzo di pietra, si settembrizzano delle rovine. [...]

[...] Ora, in questo rinnovamento completo dell’arte e della critica, la causa dell’architettura medievale, perorata seriamente per la prima volta dopo tre secoli, è stata vinta insieme alla buona causa generale, vinta da tutte le ragioni della scienza, da tutte le ragioni della storia, tutte le ragioni dell’arte, vinta dall’intelligenza, dall’immaginazione e dal cuore. Non torniamo dunque sopra la cosa giudicata e ben giudicata; e diciamo forte al governo, ai comuni, ai privati, che essi sono responsabili di tutti i monumenti nazionali che il caso mette nelle loro mani. Noi dobbiamo render conto all’avvenire del passato.
Posteri, posteri, vestra res agitur.
 
 
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da John Ruskin «Le Sette Lampade dell'Architettura»

[IT] - [ENG]
 
 
 
Sesta Lampada, della Memoria - II -
[...] E se davvero sappiamo trarre qualche profitto dalla storia del passato, o qualche sollievo all'idea di esser ricordati da quelli che verranno, che possano conferire convinzione alle nostre azioni, o pazienza della nostra tenacia di oggi, vi sono due compiti che incombono su di noi nei confronti dell'architettura del nostro paese la cui importanza è impossibile sopravvalutare: il primo consiste nel conferire una dimensione storica all'architettura di oggi, il secondo nel conservare quella delle epoche passate come la più preziosa delle eredità.
 
Sesta Lampada, della Memoria - IX -
[...] Dio ci ha prestato la terra per la nostra vita; ce l'ha data in consegna ma essa non ci appartiene. Essa appartiene allo stesso modo a quelli che devono venire dopo di noi e i cui nomi sono già scritti nel libro della creazione; e noi non abbiamo alcun diritto, con tutte le cose che facciamo o che trascuriamo, di coinvolgerli in sanzioni che potevano essere evitate, o di privarli dei vantaggi che era in nostro potere lasciar loro in eredità. E ciò, a maggior ragione, perché una delle codizioni predeterminate della fatica dell'uomo è che il frutto sia tanto più maturo quanto più protratto è il tempo che intercorre tra la semina e il raccolto [...].
 
Sesta Lampada, della Memoria - X -
[...] La sua gloria [dell'edificio] risiede nella sua età, e in quel senso di larga risonanza, di severa vigilanza, di misteriosa partecipazione, perfino di approvazione o di condanna, che noi sentiamo presenti nei muri che a lungo sono stati lambiti dagli effimeri flutti della storia degli uomini. E' nella loro imperitura testimonianza di fronte agli uomini, nel loro placido contrasto col carattere transitorio di tutte le cose, in quella forza che, attraverso lo scorrere delle stagioni, delle età, [...] congiunge epoche dimenticate alle epoche che seguono, e quasi costituisce l'identità delle nazioni [...].
 
Settima Lampada, dell'Obbedienza - I -
[...] Quel fantasma ingannevole che gli uomini chiamano Libertà: il più ingannevole, in verità, di tutti gli altri fantasmi, perché il più debole raggio di razionalità potrebbe dimostrarci con sicurezza che, non solo il suo conseguimento, ma la sua esistenza, è impossibile.
Non esiste una cosa di questa natura nell'universo. Non potrà mai esistere. Non l'hanno le stelle, non l'ha la terra, non l'ha il mare; e noi uomini abbiamo la caricatura e l'apparenza di essa, per rendere più pesante la nostra punizione.
 
 
 
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Posted: 14/06/2020 21:03 — Author(s): Polemicarc

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